Testo di Matteo Foracchia.
Musiche di Hernan Diego Loza.
Riarrangiamenti a cura dei DeSamistade.
Pinocchio ora dondola col cappio al collo
un verme alla lenza senza controllo,
sbattuto dal vento alla Quercia più grande
gingillo per taglia-gola da locande.
Pinocchio oscilla e ricorda ancora
mastro Geppetto, la sua voce amara,
piange ed urla con raglio asinino:
“Ti amo per sempre mia Fata Turchina!”
Un ultimo grido dal cappio teso
per maledire chi sempre s’è arreso,
quel grillo parlante maestro di virtù,
sparito per sempre, dissolto nel Blu.
Dondola Pinocchio, oscilla Burattino.
Strana è la vita, ironico il destino.
Le corde ti han sempre fatto ballare,
fantoccio allegro, già martire all’altare,
ma ora d’una corda la linea appuntita,
ti strappa dal legno ogni scheggia di vita.
Dondola, dondola, Pinocchio imprudente,
dondola pupazzo, fai ridere la gente.
Dondola marionetta, come foglia al vento,
d’un Campo dei Miracoli sterile e violento.
Dondola e soffri, ma morir non puoi.
Non ti guardano neppure gli avvoltoi.
Sei fatto di paglia, di acero e pero.
Non puoi strangolarti come un bimbo vero.
Dondola su Stalingrado in fiamme
Soldati squarciati che invocan le madri.
Dondola su chi pecca, chi scaglia le pietre
Su notti di cristallo e su vuote faretre.
Pinocchio è il capro sacrificale,
fantoccio che brucia per carnevale.
È il nuovo Amuleto impiccato.
Espia il Futuro, il Presente e il Passato.
Pinocchio al cappio soffre e non muore,
scopre il perdono, il vero Amore,
per tutti quei bambini, che tanto ha invidiato:
sarebbero morti a quel cappio serrato.
Dondola Pinocchio, oscilla Burattino.
Strana è la vita, ironico il destino.
Le corde ti han sempre fatto ballare,
fantoccio allegro, già martire all’altare,
ma ora d’una corda la linea appuntita,
ti strappa dal legno ogni scheggia di vita.
Dondola, dondola, Pinocchio imprudente,
dondola pupazzo, fai ridere la gente.
Dondola marionetta, come foglia al vento,
d’un Campo di Miracoli sterile e violento.
Dondola e soffri, ma morir non puoi.
Non ti guardano neppure gli avvoltoi.
Sei fatto di paglia, di acero e pero.
Non puoi strangolarti come un bimbo vero.
Grafica e disegni a cura di Checco KK DeB De Benedittis